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- Vincenzo
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- Un tempo
- maestro artigiano
- e profeta errante
- in un scuola oggi perdente.
- La tua magia coi bambini,
- la tua fantasia inattesa
- sapeva nutrirsi golosa
- di ogni proposta indecisa
- come di ogni frase precisa,
- dei dubbi scoperti
- e degli scandalizzati sconcerti,
- delle battagliere avversioni
- e delle prorompenti emozioni
- che si riversavano effervescenti
- in tanti rivoli scomposti
- per essere accolte e ricomposte
- in storie vive e ardenti
- che hanno impregnato
- di forti sapori
- le verdi stagioni
- dei tuoi alunni di ieri.
- Poi
- fratello maggiore disperso
- nei vicoli contorti
- di tanti anni trascorsi.
- Oggi
- amico riemerso
- a raccontare al mio cuore
- nuove storie di fiori
- la cui bellezza esclusiva
- hai saputo trasformare
- in alimento del sapere popolare.
- Le tue parole meditate
- e precise
- calzano ogni pensiero
- come innesti su vigne recise,
- il tuo radicalismo tenace
- e pacato
- il tuo comunismo
- insediato nel profondo del cuore
- sa ancora produrre magia,
- ancora infonde vigore
- in tanti ragazzi di oggi
- troppo abituati a ingoiare
- senza saper cosa sia
- ogni merce esposta sulla via.
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- Genova, dicembre 2002
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