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Verso il Castellaro
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Sognavamo da bambini
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quel fiume di ciclamini
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che inonda un sentiero
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di rocce e muschio
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dentro ad un bosco vero
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dove i lecci sono da padroni
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ed il sole evento raro
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che ci accoglie al Castellaro.
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Ad ogni passo ci allontaniamo
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dal tempo che viviamo
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e, con uno sforzo di memoria,
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ci addentriamo nella preistoria
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dove i batuffoli di lana
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si dipanano nella tana
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contorcendosi sopra un fuso
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per scaldarci anche il muso.
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Voce dolce e piccolina
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lentamente si avvicina
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con un otre sulla testa
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e bisbiglia una canzone:
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“Sorseggiate quel che resta
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che il mio otre rimarrà
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nel fondo di queste pietre
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e il mio sogno durerà
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senza più tornare indietro”.
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Sarà più lieve il mio ritorno
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nell’attesa di un altro giorno
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allietato dalle emozioni
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delle suole dei miei scarponi.
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Castellaro di Pignone, 9 ottobre 2020
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