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Venti
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Ho
sentito
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le
lame affilate della tramontana
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insinuarsi gelide tra le ossa
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e
indurre la mente a lucida follia.
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Ho
assaporato
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la
tenue brezza del mattino
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che
spira dalle colline
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e
inonda i polmoni di speranza.
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Ho
ansimato
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nell'aria stagnante di macaia,
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smorzando il respiro
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con
le narici socchiuse
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nella vana attesa di un mutamento.
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Ho
danzato
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con
le folate improvvise e irregolari
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che
mantengono il mare in bulesumme
(1)
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e
trascinano a bere ogni nuotatore.
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Ho
respirato
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fino in fondo all'anima
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i
colori caldi
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della brezza di mare al tramonto
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accoccolato sulla linea del bagnasciuga.
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Spirerò
al
fiato fatale della maligna corrente
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che
scacciò da me il tuo profumo
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e
lo disperse nello spazio e nel tempo.
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Genova, marzo 2009
(1)
Mare poco mosso
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