Tra brughiera e Appennino
   E’ padrone lo sguardo
di questa piana con fieno tagliato
ma scruta con soggezione
la cerchia di montagne
per tornare ancora
col fiato corto
al verde intenso dell’orto.
   E’ su quei solchi
che l’occhio ritorna bambino
e ritrova le immagini
di un altro pianeta:
i terrazzamenti ripidi dell’ Appennino
la vita appesa al mattino
i solchi di pomodori
irrigati a piedi scalzi,
i ritmi affini dei cuori.
   Se chiudo ancora gli occhi
ritrovo assonanze di odori,
suoni che si perpetuano
delle onde d’un mare bambino.
   Un’ombra guizza nel cielo
accende i miei occhi quel volo
il dubbio che arde in un lampo
nell’ombra rimane il mistero.
   Perduto nell’attesa
di speranze inconcludenti
vago dolcemente
su montagne inesistenti,
i pensieri si smarriscono
nei meandri della mente
i sogni si rincorrono
tra luci ormai spente.
 
Genova, gennaio 2022