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Sonno
inquieto
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Cavalcammo a lungo ad occhi
chiusi,
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senza piangere.
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Avevamo ormai dilapidato
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tutta la nostra gioia,
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perche' qualcuno ci aveva
detto
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che e' l'unico modo per non
sprecarla.
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Fu allora che scorgemmo il
mare
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dove il sole non sembrava
tramontare mai
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e noi iniziammo a non
sopportare piu'
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la nostre ombre.
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A quel punto le berte si
alzarono in volo,
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le loro ali ospitarono i
nostri desideri
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e, sorretti dalla brezza
delle sera,
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giocammo a rimpiattino con
i nostri sogni.
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Ma le stelle si facevano
attendere
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ed i nostri occhi si
aggrapparono alla luna
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che ci condusse lievemente
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al nuovo giorno.
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Genova, 1 febbraio 2018
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(*)
Diploma di merito con pubblicazione
nell' Antologia del Premio Nazionale di
Poesia TERRA DI VIRGILIO, 2019, Gilgamesh
Ed.
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