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Rio Canate
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- Quelle acque correnti tra pietre e
scogli
- pungitopi fitti e rari agrifogli
- tripudio insolito di bucaneve
- a pochi passi dal mare
- in quel bianco che avvolge il tuo
passo lieve.
- Smarriti allombra di questa
valle profonda
- ogni sorger del sole
- sarà ancora un altro partire
- a riscoprire le tracce del nostro
sognare
- a seguire le piste deserte
- che bisbigliano di voci di ieri,
- ascoltare i suoni pesanti
- di scarponi chiodati della gente dei
monti
- che macina pietre e sentieri
- e ritrova ogni giorno la strada dei
boschi
- col sonno negli occhi e la fatica di
sempre.
- Torniamo a dormire nei fienili
- gustiamo di nuovo il miele dei
caprifogli
- andiamo a caccia ancora
- nel bosco con gli alberi spogli
- a spiare le tracce di gnomi
- intorno a ogni tronco
- e sotto mille radici.
- Nel silenzio lodore del fieno
- salir dolcemente alle nostre narici
- e al mattino
- nella prima luce dei tuoi occhi
chiari
- mi smarrir ancora a poltrire
- e ti servir quel caffè tiepido e
amaro
- che soltanto tu sai addolcire.
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- Genova, gennaio 2005
(*) Pubblicata nel Alcova Letteraria Blog, 2020
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