Metro pomeridiana
 
   Già le sedici e trenta
con un' afa che stenta
e ritarda a spirare
dai monti verso il mare.
La musica che insinua
l' attesa che continua,
finché stride contento
altro treno nel vento,
sbadigliano le porte
e rischiano la sorte,
una luce severa
allontana la sera.
   Nel brusio sconosciuto
di un vagone sperduto
s' assopisce una mamma
e un bimbo la ninna,
una punk di rispetto
assapora un fumetto,
rosicchia le unghie
una bella che langue,
una nonna apprensiva
si solleva tardiva,
e distante e' lo sguardo
di virtuosa in ritardo,
palpeggia il cellulare
casalinga esemplare,
si carezzano i piercing
due fanatici in feeling,
cogli smorfie e bisbigli,
tra sorrisi e consigli
nei ritagli di vite
che assaporano unite
generose illusioni
su chiassosi vagoni,
e San Giorgio li aspetta
tra porto e piazzetta
per sgranchire le suole
alla luce del sole.
 
Genova, luglio 2011