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Mesi d' erbavoglio
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Cresce
- la lanterna sullo sfondo, mentre
- nel sottile ghiaccio dello stagno,
- un pesce,
- si specchia
nel suo mondo.
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Col primo canto di addio
- di un pettirosso livido
- si allontana un febbraio
gelido.
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Nuvole e piogge marzoline minacciano,
- senza troppo danno,
- auguri e risate di bambine in festa
- per il primo compleanno.
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La sabbiera in aprile
- ricolma di piccini
- tra lombra del pioppo
- e laquilegia gentile.
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Festeggia la ruta
- il sole di maggio
- e nutre i macaoni infanti,
- silenziosi e ingordi,
- incuranti
- dellingorgo di tricicli
rumorosi
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Erbavoglio di giugno
- la sera,
- ubriaca di ligustro in fiore, canta
la raganella,
- sincera.
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Dietro lultimo singhiozzo
- di bambino
- si chiude il cancello del giardino
- e si distende,
- come lombra del nespolo
nellorto,
- nel tramonto di luglio,
- il silenzio risorto.
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Fine agosto
- consegna uva fragola agli ospiti,
- in cesto.
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Settembre, la prima foglia
- scivola sui sassi dello stagno,
- silenziosa si tuffa a fare un bagno
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e non ne ha voglia.
- Pioggia e
vento dautunno
- straziano di ferite dolorose,
- quasi sorrisi amari,
- gli ultimi melograni
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rari.
- Riposa a
dicembre il prato
- per rinascere col nuovo anno
- in attesa dei passi barcollanti
- di nuovi piccoli amanti.
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Genova,
L'Erba Voglio, gennaio 2002
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