La casa degli orologi (*)
 
   Amavo quella casa
traboccante d' orologi,
ognuno raccontava la sua ora,
felice di navigare nel suo tempo.
   Il suono incalzante dei batacchi
rincorreva il ritmo disordinato
delle nostre vite.
   Timida casa povera di luce,
il canto degli orologi la sua voce,
sommersa nei profumi dell' assenzio.
   In quella casa
ho imparato a sognare ad occhi aperti,
divorando un tempo fuori di misura,
ricco di suoni dai contorni incerti
insieme di sapori da magica mistura.
   Con le orecchie spente
gli occhi spalancati
ti scorgevo,
attraverso i vetri appannati,
schizzare agile
sulla corda viva,
carica di energia,
acqua fresca di sorgiva.
   Fu un breve viaggio,
al ritmo di mille sveglie,
da ottobre a maggio,
ma parvero mille miglia.
   Di quella casa
non mi resta che il ricordo
ed un paio d' orecchie
ma ora sono... sordo!
 
Genova, dicembre 2016

(*) Classificata al 2° posto nel Concorso Parole sul mare, 2021, COGOLETO