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Due
sorti
(*)
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Nonno
antico stagnaro
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in
spalla uno zaino un po' amaro.
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Bimbo
dagli occhi sgranati
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ai
piedi due paia di scarponi chiodati
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unico
lampo di sorte comune
- nella
smisurata distanza
- di
due alterne fortune.
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Nonno
racconta di guerra, la grande,
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di
montagne e trincee
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di
gelo e di fango.
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Praterie
e pietraie alpine
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un
raggio di sole disegna il confine
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sottile
e tagliente tra vita e morte,
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un' ombra
bastante a mutare la sorte,
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vita
filtrata attraverso il mirino
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dall' occhio
vigile di un valente cecchino.
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Bimbo
ascolta e forse non capisce
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lo
sguardo si rattrista
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il
cuore non gioisce
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ma
la storia non vola via
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si
leva un velo di malinconia.
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Nonno
insegue i consueti sentieri
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per
ritrovare amici antichi e volti vagheggiati,
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si
srotolano le parole incalzano i pensieri
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tra
boschi folti e campi lavorati.
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Bimbo
ingaggia una sfida privata
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con
le sue gambe con la loro falcata
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gli
scarponi si fanno pesanti
- tra
case rade e fitti monti
- gravoso
ritrovare il presente
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un
penoso passato non lo consente
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più
semplice sognare un futuro
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confuso
ma così sicuro.
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Genova,
novembre 2007
(*) Menzione speciale
al
III Concorso letterario
"Inchiostro e Memoria", ANPI, RESCALDINA, 2017
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