Le poesie di Agostino Barletta
Due sorti (*)
 
   Nonno antico stagnaro
in spalla uno zaino un po' amaro.
   Bimbo dagli occhi sgranati
ai piedi due paia di scarponi chiodati
unico lampo di  sorte comune
nella smisurata distanza
di due alterne fortune.
  Nonno racconta di guerra, la grande,
di montagne e trincee
di gelo e di fango.
Praterie e pietraie alpine
un raggio di sole disegna il confine
sottile e tagliente tra vita e morte,
un' ombra bastante a mutare la sorte,
vita filtrata attraverso il mirino
dall' occhio vigile di un valente cecchino.
   Bimbo ascolta e forse non capisce
lo sguardo si rattrista
il cuore non gioisce
ma la storia non vola via
si leva un velo di malinconia.
   Nonno insegue i consueti sentieri
per ritrovare amici antichi e volti vagheggiati,
si srotolano le parole incalzano i pensieri
tra boschi folti e campi lavorati.
   Bimbo ingaggia una sfida privata
con le sue gambe con la loro falcata
gli scarponi si fanno pesanti
tra case rade e fitti monti
gravoso ritrovare il presente
un penoso passato non lo consente
più semplice sognare un futuro
confuso ma così sicuro.
 
Genova, novembre 2007

(*) Menzione speciale al III Concorso letterario "Inchiostro e Memoria", ANPI, RESCALDINA, 2017