Le poesie di Agostino Barletta
Chiusi gli occhi e poi... (*)
 
   Rimbalzai dai fulmini ai tuoni,
si aprirono porte incolori
immense distese di suoni,
di mille sentieri canori,
d' infinite foglie cadenti
accartocciate  dalla brezza,
di sinuose foglie striscianti
che s' appoggiano con dolcezza
e nutrono tenui bisbigli  
di questa grande orchestra lieve
che è frutto d' aceri e di tigli
e d' armonie a vita breve.
   E' il segno nascosto nel rione,
ricolmo di musica e canti,
è il regno obbligato del tuono,
gremito di bimbi cantanti.
   Mi guida il rumore dei passi
che riapre il sentiero dei suoni,
mischiato di pietre e di sassi
che minano i sandali buoni
   Dal buio di nuda finestra,
unito al soffiare del fuoco,
si disperde odor di minestra
e suoni di lavoro da cuoco:
coltello che sfiora il tagliere,
strisciare di passi sul legno,
scoreggia che sfugge al sedere,
anche un rutto senza ritegno.
   Compare leggero dal fondo,
in questi miscugli  di chiasso,
un suono lontano e profondo
costante cadenza d' un passo,
ritmo d' un curioso calore
che attrae come calamita,
profonda armonia del tuo cuore,
luminoso specchio di vita.
   Imparai così a respirare
al ritmo certo del tuo cuore
e poi quell' arte a praticare
di nutrimi solo d' amore.
 
Kalaw (Birmania), febbraio 2014
 
(*) Cfr. Kan-Philipp SENDKER, L' arte di ascoltare i battiti del cuore, NERI POZZA, 2009
Cfr. AA.VV., Quattro passi con...,MONTEGRAPPA ED., MONTEROTONDO, 2017.