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Amici antichi (*)
 
Melograni rossi e sanguinanti,
lacerati                                          
da questa  stagione stravagante,                             
sfamano cardellini e capinere.                              
Amici,
dopo vent' anni ancora
stesse emozioni di allora
stesse azioni orfane di parole,
quell' accoglienza che mi scaldava il cuore
nella vostra gelida casa di Verona.
I sogni confusi di quel tempo
cresciuti proprio qui
in questo ottobre in val di Gallina,
i nostri figli sparpagliati su per la collina,
come stormi di cince in autunno,
spavaldi e timorosi
come puledri che hanno osato
umiliare in un salto
il primo steccato.
Tra le foglie ocra
dei vostri aceri autunnali
in fondo ai loro sguardi
disordinati slanci,
sconnesse visioni,
mescolate alle loro voci
ricche e confuse opinioni.
Tutto uguale, tutto diverso
in questo angolo di mondo
che rispecchia un universo,
istante infinito
di remoto e presente
dove giocano le generazioni
a rimescolare l'antica creta
per costruire nuovi mattoni.
E la linfa della nostra amicizia
si mimetizza e nasconde
tra voci e allegria
preoccupata di tradursi in parole
timorose di sciogliersi
in questo tiepido sole.
 
Verona, novembre 2003
(*) Pubblicata in Esistenze, VITALE ED., 2019