Timido inverno (*)
 
Timido inverno che scivola via
lucida visione e mite follia,
sopra quel muro appena scrostato
vigila il geco stanco ed in agguato,
pigre falene non hanno dormito,
un gelsomino profuma stupito,
in questo marzo che odora di luglio
quasi t'aspetti il profumo del tiglio.
Persino il letargo del porcospino
ha colto il lampo d'un breve mattino,
pare consueto sfiorare con mano
dolci petali d'un giaggiolo nano, 
ultimo segno d'un clima artefatto
spio l'aprirsi d'un gladiolo scarlatto,
pervaso il corpo da greve stanchezza,
e non é effetto di notti d'ebbrezza,
m'aggiro spaesato e senza emozioni
in tal campagna priva di stagioni.
 
Genova, marzo 2007
             (*) Finalista nel Premio Letterario "Valtidoncello", PECORARA, 2017