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Scorrazzare

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- Sgraffignare dolci fichi
- espugnando alberi antichi,
- scorazzar come bambine
- a stanare chioccioline
- nelle fasce abbandonate,
- per far scorrer le giornate,
- a fine di temporale,
- origliando le cicale,
- che s’ammazzan di fatica
- a nutrire le formiche,
- mentre i frutti di bardana
- afferran la palandrana.
- Una vita da bambini
- eredi di contadini,
- smarrita nella memoria
- d’un’infanzia senza gloria
- che guarda per non vedere
- cavalli senza criniere,
- rigiocando una partita
- sempre dura ed in salita.
- Da decenni dimenticati,
- ora affiorano incantati
- anni ricchi di passioni,
- corse e voli d’aquiloni.
- Mondo privo di tastiere
- dove il gioco era dovere,
- senza premi ne' medaglie
- il sapone solo a scaglie
- ed il bagno nei torrenti
- nudi, vivi e contenti.
- Abbiam perso quella rima,
- resta la materia prima
- per costruire ancora versi,
- su bambini non dispersi
- che scorazzano precari,
- orfani di cellulari,
- rincorrendo dei bisogni
- sgorgati dai loro sogni
- e si tuffan nella vita
- gran merenda saporita.
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Fontona, febbraio 2016
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