Agostino Barletta..................................................POESIE
Perche' il fulmine incendia l' albero
 
Vagando in centro in un giorno di feste
rintano la mente in un sogno agreste,
rivedo Walden sperduto nei boschi,
smarrito nel flusso di autisti loschi
ch' alzan le chiappe per levare il freno,
guidan la mini e la credono treno,
che' la terra gira spinta dal greggio
se l' unica brama eil primo parcheggio,
e saran luminarie anche splendenti
pagate certo con soldi fetenti,
le strade piene stracolme di gente
ma quanto a vita ce n' e' poca e niente.
 
Scrutano vetrine con occhi ingordi,
ma nulla sentono, del tutto sordi,
salutano tutti con visi biechi,
nessuno vedono, da veri ciechi.
Mentre l' aria di festa e' come nebbia
appesta la pelle come la scabbia
e restarne fuori e' fatica vana,
ma sognare Walden e' cosa strana,
e che ne resta di tante faville
se l' albero brucia senza scintille?
 
Torniamo a Thoreau scienziato e poeta:
brilla il suo lampo di luce segreta,
incendia l' albero per farne brace,
accende la foglia mentre la bacia.
La scienza del fulmine mette a fuoco,
la poesia dell' albero fa altro gioco
piegandosi a diventare cenere
per far sbocciare erbe verdi e tenere.
Quel bosco perduto vivra' in eterno,
ben oltre le feste di quest' inverno,
piene di bagliori privi di vita
dove la morte vince la partita.
 
Genova, 24 dicembre 2015