Airone (*)
 
Immobile in agguato,
il collo contro il vento,
assaggio sul palato
il gusto del momento,
l'ombra delle mie ali
si staglia sullo stagno,
teso come il fremito
nella tela del ragno,
raggelo l'acqua fredda,
ne altero il colore,
come ombra di  luna
nell'eclissi di sole,
si gela il mondo intero
nell'occhio predatore,
affondo le mie zampe
nel fango incolore,
ignoro l'acqua fredda
il tepore del sole,
si fa arco il mio collo
e si tende potente,
si fa freccia il mio becco
che scarica il fendente,
in un guizzo da lampo
sgorga morte e dolore,
dalla preda impotente
cibo ristoratore.
  
Genova, marzo 2006

        (*) Pubblicata in M'illumino d'immenso: antologia poetica, ED. PAGINE, 2021